Viene da essere scettici quando si sente parlare di “complottismi” che hanno cambiato il volto dell’Italia degli ultimi anni, ma poi la realtà (o quella che viene proposta come “Realtà”) muta lo scetticismo in perplessità e poi ancora in preoccupazione che può sfociare facilmente in allarme. Così se un quotidiano altamente qualificato come il “Corriere della Sera” lancia un’anticipazione dell’ultimo libro di Alan Friedman, “Ammazziamo il Gattopardo”, che svela come “tra giugno e il settembre del 2011 nel nostro Paese accadono molte cose che finora non sono state rivelate. E questo riguarda soprattutto le conversazioni tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Mario Monti, che precedono di quattro o cinque mesi la nomina dell’allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre 2011”, c’è da stare all’erta e cercare di saperne di più. Se non di “complotti” bisognerebbe parlare di “interferenze”? Non discerniamo sull’utilizzo più o meno strumentale dei termini, c’è di fatto che quanto si è verificato negli anni scorsi (o fino ad ora?) lascia sicuramente da riflettere, ma forse gli italiani hanno perduto da tempo questa capacità se non pongono dubbi sul perché e il per come le cose vanno verso direzioni impensabili.
I capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani hanno chiesto “urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni sostenendo che “Le rivelazioni di Alan Friedman sul ruolo giocato nella crisi del governo Berlusconi destano forti dubbi sul modo di intendere l’altissima funzione di Presidente della Repubblica da parte di Napolitano“. Come TGCOM sottolinea “Altro che spread, rischio fallimento economico-finanziario del Paese. Giorgio Napolitano consultò Mario Monti e ne sondò la disponibilità a fare il presidente del Consiglio già nell’estate del 2011, quindi in tempi non sospetti”.
Alan Friedman nel suo “Ammazziamo il Gattopardo” rivela che “De Benedetti dice che in quell’estate del 2011 Monti, in vacanza vicino casa sua a St. Moritz, è andato a chiedergli un consiglio, se accettare o meno la proposta di Napolitano sulla sua disponibilità a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi, in caso fosse stato necessario. Romano Prodi ricorda una lunga conversazione con Monti sullo stesso tema, ben due mesi prima, a giugno 2011. «Il succo della mia posizione è stato molto semplice: “Mario, non puoi fare nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no. Quindi non ci può essere al mondo una persona più felice di te”».
Monti dal canto suo non può fare a meno di rispondere alla domanda di Friedman “Con rispetto, e per la cronaca, lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?”, e così si esprime: “Sì, mi ha, mi ha dato segnali in quel senso”. “Parole – afferma Friedman – che cambiano il segno di quell’estate che per l’Italia si stava facendo sempre più drammatica. E che probabilmente porteranno a riscrivere la storia recente del nostro Paese”.
Come risponderà Napolitano alle rivelazioni di Alan Friedman? Qual è la faccia “buona” della medaglia? La “medaglia” è sempre la stessa.